domenica 15 febbraio 2009

O di, eripite hanc pestem perniciemque mihi

Cara Erato,
ieri è stato San Valentino... sicuramente il giorno più dolce per chi sa con chi trascorrerlo e altresì il più amaro per chi invece è irrimediabilmente lontano dagli occhi, dai pensieri e dal cuore di chi ama. Sono ormai mesi che non lo vedo, sono ormai mesi che non soffermo gli occhi avidi sulle sue labbra e sul suo corpo, che avvampando non mi perdo nel suo sguardo, che non sento la sua voce e il profumo della sua pelle. E quanto più il ricordo si trasforma in tormento e il tormento in dolore, tanto più lui affolla i miei pensieri e lacera il mio cuore, indeciso se ringraziare Iddio per avermi dato la possibilità di incontrarlo o se maledire quel giorno in cui per poco ho goduto della beatitudine dell'Empireo per essere poi scaraventata fra la fuliggine nera e le fiamme dell'Inferno. E' un tarlo che mi distrugge, un morbo silenzioso che mi consuma giorno dopo giorno, un morbo silenzioso e senza cura, poichè come so che la mia unica cura è lui, sono anche perfettamente consapevole che non gli apparterrò mai, che lui non mi apparterrà mai e che tutto questo rimarrà una chimera, un splendido incubo destinato ad ardermi dentro e a soffocare nelle sue stesse ceneri.
Spasmodica conto i giorni che mi separano da lui, fantasticando sull'istante in cui lo rivedrò e altro non aspetto che risentire le sue braccia intorno al mio corpo e il suo tocco gentile sulla mia schiena. Sono e sarò sempre certa che l'amore eterno esiste e che esso sia la l'essenza stessa della vita, perchè ora come ora sono incomleta, perchè sola non sono nessuno.

"[...] E quando ad alcuno di questi avvenga di incontrare la propria metà, allora restano entrambi così impetuosamente soggiogati dall'amicizia e dall'intimo amore che non soffrono di restare staccati l'uno dall'altro per così dire nemmeno per poco tempo. E se ad essi, mentre giacciono insieme, apparisse Efestocon i suoi strumenti e chiedesse -Cos'è che volete o uomini, voi, l'uno dall'altro? Forse desiderate soprattutto essere sempre quanto più possibile una cosa sola l'uno con l'alto affinchè notte e giorno mai dobbiate lasciarvi? Se questo desiderate voglio fondervi e plasmarvi in un essere solo e quando vi colga la morte, anche laggiù nell'Ade siate uno, invece di due, in un'unica morte."

Simposio, 192b-193d

Che il mio pensiero e i miei baci possano sempre raggiungerlo e accarezzare il suo volto come una dolce e fresca brezza di prima estate.

Con sincero affetto, tua Saturnia

s

il bacio
“Il bacio di Francesco Hayez riunisce le principali caratteristiche del romanticismo storico italiano, l'assoluta attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento puro, verso l'amore individuale che evolve e si eleva nell’amore per la patria, che si palesa immediatamente attraverso l'enorme sensualità che scaturisce dall'abbraccio e dal bacio passionale dei due amanti, che potrebbero essere identificati nelle figure simbolo del più toccante ed impetuoso romanticismo italiano: Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta o ancora Renzo e Lucia.”




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