sabato 11 aprile 2009

Miserere di me

Ormai i giorni si susseguono senza senso, l'eco ripetitivo e tagliente delle ore che lente sgocciolano dalla Fonte dell'Eternità scandisce la mia esistenza che da troppo ormai si trascina per inerzia, per abitudine, perchè è normale che ogni mattina i miei occhi cerchiati e spenti si riaprano di fronte allo stesso dolore di sempre; come la lenta ed incessante risacca giorno dopo giorno erode la piertra che nulla può al cospetto di quella forza, così la mia anima, la mia mente ed ora anche il mio corpo sono preda della passione distruttiva. Mi accorgo di essere in suo potere, alla sua mercè, ho perso la mia personalità, la mia consistenza: basta sognare la sua presenza per piangere lacrime di gioia, basta accorgermi della sua inesorabile mancanza per andare oltre le semplici lacrime, per provare, me lassa, l'inesprimibile. Ed il dissidio si propaga in ogni ambito: mi distoglie dallo studio diligente che tante soddisfazioni mi aveva sempre dato, mi rende invisa ai pochi preziosi amici che con fatica avevo conquistato, mi allontana dalla famiglia della quale ora non sento più di far parte. Sono eternamente stanca ed eternamente mesta, il viso giovanile è una maschera di cera resa irriconoscibile dalla smorfia di tristezza che vi è dipinta e la continua ed utopica ricerca della perfezione corporale mi consuma, perchè quando lo rivedrò non dovrò deluderlo, perchè non voglio deluderlo. In ogni donna risiede una dea ma il mio corpo non è nè la casa di Atena dagli occhi azzurri nè di Era dalle bianche braccia; in questi frangenti le mie membra sono il tempio buio di Proserpina l'infelice, regina degli inferi alla quale lo sposo terribile permise di uscire dal Tartato tenebroso solo sei mesi l'anno; e quando la dea tornava dalla madre Cerere, con lei si risvegliava e rifioriva la Terra intera. Parimenti sto scontando la mia pena anelando alla ricompensa, ma la ripartizione non è ugualmente eguilibrata: 11 mesi, 334 giorni di morte per un solo mese, per solo 31 giorni di puro Paradiso.
Saturnia

ratto

s



martedì 10 marzo 2009

Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena

Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena

e i fiori et l'erbe, sua dolce famiglia,

et garrir Progne et piagner Philomena,

et primavera candida et vermiglia.

Ridono i prati, e 'l ciel si rasserena;

Giove s'allegra di mirar sua figlia;

l'aria et l'acqua et la terra è d'amor piena;

ogni animal d'amar si riconsiglia.

Ma per me, lasso, tornano i più gravi

sospiri, che del cor profondo tragge

quella ch'al ciel se ne portò le chiavi;

et cantar augelletti, et fiorir piagge,

e 'n belle donne honeste atti soavi

sono un deserto, et fere aspere et selvagge.

Petrarca, Canzoniere, CCCX

primavera

Anche se un po' in ritardo non potevo non dedicare qualche riga al mite Zephiro che con il suo respiro profumato risveglia la Terra e la tinge dei vividi e fulgidi colori della Vita; Terra che risboccia sempre nuova e fertile, gravida di sospiri e sogni antichi che ogni anno si dissolvono evanescenti con la stessa leggerezza con la quale erano stati generati. E' l'equinozio il primo giorno del mio anno e tu, madre mia non deludermi anche questa volta! Non vedi, lassa, come soffro? Non accanirti, non ingannarmi e rendimi ciò che mi spetta, ciò che agognante mi fai solo sfiorare e che poi ratta ti riprendi; ogni anno come fosse il primo, ogni anno come fosse l'ultimo.

Saturnia

s






The Summer is Magic



domenica 8 marzo 2009

Solo quando verrà abolita la festa della donna avremo raggiunto la parità!!!

Cara Rea,
oggi ricorre la festa di tutte le donne, ma non sarò certo io a difendere questo giorno ed i sorrisi e gli auguri appariranno ai miei occhi solo fredde formalità. E' così scandalosamente riduttivo dedicare un solo insulso giorno alla donna, che invece dovrebbe essere lodata e riverita ogni singolo istante. Perchè dall'alba dei Tempi reggiamo a testa alta sulle nostre spalle il peso della Vita, affrontandone le difficoltà senza però riceverne gratifiche o riconoscimenti, perchè noi stesse siamo la Vita!!! Come leggiadri fuscelli al vento lasciamo che gli eventi ci scorrano addosso senza spezzarci e la nostra apparentemente esile presenza sopravvive alle furiose tempeste che sradicano le più massicce querce. Siamo l'anima dell'Amore, l'unica vera gioia, l'unico vero piacere che anticipa in Terra le beatitudini dei Cieli.

"La forza di una donna sorprende l'uomo: ha sempre il controllo della situazione, è capace di portare carichi pesanti, difende irremovibile le sue opinioni, è fonte di gioia e amore. Sorride quando ha voglia di gridare, canta quando ha voglia dipiangere, piange quando è contenta e ride quando è spaventata. Il suo amore è incontrollabile. La sua unica pecca è che troppo spesso dimentica quanto vale."

La donna è senza dubbio il più grande ed imperscrutabile mistero della Natura e per questo è la più straordinaria delle sue creature, unica e irripetibile; nel cuore pulsante di ognuna di esse alberga una dea che, silenziosa e profondamente modesta nella sua dignità, lavora senza posa come la più umile delle schiave perseverando nella sua divina funzione archetica di principio e termine ultimo di ogni cosa.
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ETICA DELLE SACERDOTESSE DELLA DEA
Ascolta la parola della Dea, il segreto che abbiamo nascosto nella notte.
Riconosci la legge della Madre e obbediscile con fiducia.
Venne il tempo in cui il nostro destino fu oscurato, ma ora torniamo verso la luce.
La Dea ci ha insegnato il segreto dell'acqua e del fuoco, della terra e dell'aria e delle creature che vi abitano.
Per mezzo nostro queste creature continuano a esistere.
Rispetta e onora i Quattro Elementi.
La Dea ci ha insegnato la nascita, la morte e la rinascita di tutta la Natura, il passare degli Inverni e delle Primavere che noi condividiamo con il tutto, gioiamo del Cerchio della Vita e non temiamo la Morte.
Quattro volte nell'anno il giorno della Dea ritorna, onora gli equinozi e i solstizi.
Tredici lune d'argento vi sono in un anno, e vanno onoate come volto splendente della Dea.
Tredici lune nere vi sono in un anno, e vanno onorate come volto oscuro della Dea.
Tre sono i volti della Dea: la Fanciulla, la Madre, l'Antica, ma unico è il suo potere.
Vivi la tua vita, lascia vivere ciò che deve vivere e lascia morire ciò che deve morire.
Prendi solo ciò che ti serve e dona ciò che puoi.
Passa nella vita come un refolo di vento, parla poco e ascolta molto.
Onora i fiori, i cespugli e gli alberi e sarai banadetta dalla Dea.
Onora le pietre, i minerali, le sabbie e sarai benedetta dalla Dea.
Onora rispetta e ama gli animali, e sarai benedetta dalla Dea.
Dove scorrono le acque pure dei ruscelli, interroga le fonti, e scoprirai la verità.
Non sprecare il tempo con gli sciocchi, ma cura la tua anima e difendila dall'ignoranza.
Obbedisci alla Legge del Tre, a ogni azione tre volte torna i bene, tre volte il male.
Quando arriva la sfortuna, non maledire, ma cerca la Madre.
Sii sempre sincera in amore, rispetta gli anziani e proteggi i deboli.
Questo è il solo comandamento che la Dea ti da:
Finchè non fai male a nessuno, fa ciò che vuoi.
Saturnia
s

martedì 24 febbraio 2009

Diritto Costituzionale

9.15 Ultima fila, ultimo posto all'estrema destra dell'unico gruppo centrale di forse poco più di 50 sedute, il più lontano possibile da occhi indiscreti; l'aria è satura, la tensione palpabile, rotta solo dal vocio di sottofondo degli esaminandi che ripetono meccanicamente passandosi le mani tremanti fra i capelli o mordendosi le dita: chiari sintomi di un'ansia crescente. Un ragazzo prende posto davanti a me, poi si gira e un po' impacciato mi chiede: "Diritto Costituzionale 1?" Ora sono io in imbarazzo e accennando un sorriso di circostanza rispondo: "No, sono qui solo per assistere".
9.37 Un uomo giovane in giacca e cravatta varca la soglia, di colpo cala un silenzio di tomba; comincia l'appello e ai primi nomi non corrisponde alcun volto. Sono gli ultimi minuti, dopodichè l'esame. Mi guardo un po' intorno, mi soffermo sui loro gesti, sugli sguardi e le espressioni per cercare di catturare le loro emozioni, per cercare di comprendere il loro stato d'animo; vagando l'occhio cade sui testi, alcuni aperti, altri invece chiusi e poggiati sull'orlo del banco, "Diritto Costituzionale", "La Costituzione esplicata", "Manuale di Diritto Costituzionale", tomi infiniti, veri e propri mattoni sintesi di tutta la cultura giuridica e costituzionale.
9.53 Entra quello che a me sembra essere il professore, una persona simpatica ed affabile a primo impatto; assurdamente anche le mie palpitazioni aumentano e le ginocchia cominciano a tremare.
10.00 Le dieci in punto. Comincia l'esame per 2 ragazzi e 1 ragazza. Dal mio posto non riesco a sentire nulla, vedo solo le bocche degli assistenti articolarsi in parole mute, per il resto rimango sola con le mie domande. Avevo sperato di poter capire, di poter diradare le tenebre del dubbio e della non conoscenza, di poter mettere ordine in questo accumulo scomposto di idee vaghe e congetture.
10.10 L'esame è terminato, le espressioni dei 3 imperscrutabili, tanto sudore per 10 minuti.
Capisco che rimanere è inutile; ho la netta sensazione che la mia presenza, la mia curiosità inopportuna che scruta e studia la tensione di questi giovani li offenda ed io non ho conseguito il mio scopo. Sarà per un'altra volta e quella volta assisterò ad una vera lezione, per essere introdotta agli affascinanti ed atavici meandri del diritto.
10.17 Chiudo il quaderno, prendo le mie cose ed esco augurando in cuor mio a tutti buona fortuna.

s

lunedì 23 febbraio 2009

la Tela di Penelope...

Cara Rea,
mossa da una curiosità crescente ho cominciato sulla scia di mia sorella Orogona a dilettarmi nelle "arti del fuso e del pennecchio", anche se non riesco a dedicarvi tutto il tempo che vorrei, a causa degli impegni scolastici. I frutti sono purtroppo ancora scarsi ed acerbi, ma l'Aurora è sorta e presto le sue dita rosate accarezzeranno questi miei lavori facendoli maturare come pesche ancora verdi rese succose e zuccherine dal fulgido disco solare.
Mi auguro siano di tuo gradimento e se desideri darmi dei consigli o pormi delle domande, non indugiare!





Con affetto, Saturnia
s

domenica 22 febbraio 2009

profumo d'estate...

Cara Tersicore,
ieri sera sono andata alla festa di diciott'anni di un mio compagno di classe e quando in sala sono risuonate le prime note un tuffo al cuore mi ha scossa e subito ho avvertito un'incontenibile voglia di ballare. L'una dopo l'altra si sono susseguite tutte le canzoni dell'estate ormai trascorsa, canzoni sempre uguali, sentite e risentite, ballate fino allo stremo e tuttavia sempre nuove e fresche, così spensierate e goliardiche. E allora sono tornata per un attimo indierto nel tempo e di nuovo ho visto quei volti, i loro occhi e i loro splendidi sorrisi da troppo tempo ormai così lontani... In cuor mio speravo di poter rivivere tali emozioni con i miei compagni di classe ma evidentemente mi sbagliavo perchè alle mie domande insistenti rispondevano di non saper ballare e rimanevano ancorati alle sedie, dibattendosi e fuggendo le mie mani come se avessero dovuto condurli al rogo. In quel preciso momento le amatissime note di una bachata, che per sempre assocerò a tre raggi di sole con cui ho condiviso istanti tanto magici quanto fuggevoli, rienpivano l'aria. Credo che non ci sia nulla di più bello che sbagliare ed imparare... imparare insieme abbandonandosi l'una all'altro e facendosi trasportare; non c'è cosa più bella di quell'ingenue imbarazzo pudico che all'inizio ti fa sentire un pò goffa, che ti fa mantenere una certa distanza e ti fa avvampare non appena sbagli un passo o non appena i morbidi sguardi s'incontrano; poi però chiudi gli occhi, il respiro si regolarizza e ti stringi a lui, desiderando che la sua mano corra lungo la tua shiena, poggi l'orecchio sul suo petto caldo ed inevitabilmente il tuo battito si adatta al suo e così anche la stessa musica non ha più senso, non la senti più. Stavo ancora tentando di trascinare qualcuno in pista quando i camerieri hanno servito la portata successiva e la risposta che quest'ultima era di gran lunga preferibile al ballo mi ha lasciata tanto incredula e sgomenta che ho capito di dover gettare la spugna... E ancora più sognante sono andata a sedermi.
Questa è la bachata della quale ti ho parlato, converrai con me che è davvero la più bella...



Toque d'Keda - Lamento boliviano

Me quieren agitar
me incitan a gritar
soy como una roca
palabras no me tocan
adentro hay un volcan
que pronto va a estallar
yo quiero estar tranquilo...

Es mi situación una desolación
soy como un lamento, lamento boliviano
que un día empezo y no va a terminar
y a nadie hace daño...

OooH!!
Y yo estoy aquí
borracho y loco
y mi corazón idiota
siempre brillará
y yo te amaré
te amaré por siempre
nena no te peines en la cama
que los viajantes se van a atrasar...

Me quieren agitar
me incitan a gritar
soy como una roca
palabras no me tocan
adentro hay un volcan
que pronto va a estallar
yo quiero estar tranquilo...

Es mi situación una desolación
soy como un lamento, lamento boliviano
que un día empezo y no va a terminar
y a nadie hace daño...

OooH!!
Y yo estoy aqui
borracho y loco
y mi corazon idiota
siempre brillará
y yo te amaré
te amaré por siempre
nena no te peines en la cama
que los viajantes se van a atrasar

Y yo estoy aqui
borracho y loco
y mi corazon idiota
siempre brillará
y yo te amaré
te amaré por siempre
nena no te peines en la cama
que los viajantes se van a atrasar



Mi vogliono agitare
mi incitano a gridare
sono come un roccia
le parole non mi toccano
ho dentro un vulcano
che presto esploderà
io voglio essere tranquillo...

È la mia situazione una desolazione
sono come un lamento, lamento boliviano
che un giorno incominciò e che non terminerà
ed a nessuno fa male...

Ed io resto qui
ubriaco e pazzo
e il mio cuore idiota
brillerà sempre
ed io ti amerò
ti amerò per sempre
bimba non ti pettinare nel letto
perché i viaggiatori ritarderanno...

OooH!!
Ed io resto qui
ubriaco e pazzo
ed il mio cuore idiota
brillerà sempre
ed io ti amerò
ti amerò per sempre
bimba non ti pettinare nel letto
perché i viaggiatori ritarderanno...

Ed io resto qui
ubriaco e pazzo
ed il mio cuore idiota
brillerà sempre
ed io ti amerò
ti amerò per sempre
bimba non ti pettinare nel letto
perché i viaggiatori ritarderanno...

Spero ti sia piaciuta, Saturnia

s

mercoledì 18 febbraio 2009

Fishessssssssss

martedì 17 febbraio 2009

tutto cambia...prima o poi

Mia cara Erato,
fra poco più d'un ora andrò al cinema in compagnia di alcune amiche per vedere quello che a mente lucida definirei il film più scontato, smielato, strappalacrime e forse anche un po' patetico: la tipica storia d'amore impossibile ostacolata da tutti e da tutto, i tipici amanti che preferirebbero essere ricoperti dalla fredda terra nera pur di non essere strappati l'uno dalle calde bracia dell'altro e ancora il tipico angoscioso e straziante finale. Ebbene tale sarebbe il mio parere e tanto ostico il mio giudizio se io stessa non fossi coinvolta in un turbinio di sentimenti inverosibilmente affini, se io stessa non trasfigurassi i volti degli attori con altri volti, altri atteggiamenti ben più noti. Tuttavia la sostanziale, bruciante differenza è che il mio ardore è irrimediabilmente unilaterale, silenzioso ed invisibile e per questo destinato a rimanere tale: i miei pensieri e i miei sospiri, le mie parole e i miei sussulti non allietano nessuno, si disperdono leggeri e inconsistenti come quando il vento di Borea agita i rami spogli delle chiome scheletriche strappando via le ultime foglie rinsecchite dal freddo.

Ma tutto cambia e prima o poi Zefiro accarezzerà quelle chiome nuovamente fulgide e verdeggianti...e allora sarà un tripudio di colori...
Sinceramente tua, Saturnia

s

domenica 15 febbraio 2009

O di, eripite hanc pestem perniciemque mihi

Cara Erato,
ieri è stato San Valentino... sicuramente il giorno più dolce per chi sa con chi trascorrerlo e altresì il più amaro per chi invece è irrimediabilmente lontano dagli occhi, dai pensieri e dal cuore di chi ama. Sono ormai mesi che non lo vedo, sono ormai mesi che non soffermo gli occhi avidi sulle sue labbra e sul suo corpo, che avvampando non mi perdo nel suo sguardo, che non sento la sua voce e il profumo della sua pelle. E quanto più il ricordo si trasforma in tormento e il tormento in dolore, tanto più lui affolla i miei pensieri e lacera il mio cuore, indeciso se ringraziare Iddio per avermi dato la possibilità di incontrarlo o se maledire quel giorno in cui per poco ho goduto della beatitudine dell'Empireo per essere poi scaraventata fra la fuliggine nera e le fiamme dell'Inferno. E' un tarlo che mi distrugge, un morbo silenzioso che mi consuma giorno dopo giorno, un morbo silenzioso e senza cura, poichè come so che la mia unica cura è lui, sono anche perfettamente consapevole che non gli apparterrò mai, che lui non mi apparterrà mai e che tutto questo rimarrà una chimera, un splendido incubo destinato ad ardermi dentro e a soffocare nelle sue stesse ceneri.
Spasmodica conto i giorni che mi separano da lui, fantasticando sull'istante in cui lo rivedrò e altro non aspetto che risentire le sue braccia intorno al mio corpo e il suo tocco gentile sulla mia schiena. Sono e sarò sempre certa che l'amore eterno esiste e che esso sia la l'essenza stessa della vita, perchè ora come ora sono incomleta, perchè sola non sono nessuno.

"[...] E quando ad alcuno di questi avvenga di incontrare la propria metà, allora restano entrambi così impetuosamente soggiogati dall'amicizia e dall'intimo amore che non soffrono di restare staccati l'uno dall'altro per così dire nemmeno per poco tempo. E se ad essi, mentre giacciono insieme, apparisse Efestocon i suoi strumenti e chiedesse -Cos'è che volete o uomini, voi, l'uno dall'altro? Forse desiderate soprattutto essere sempre quanto più possibile una cosa sola l'uno con l'alto affinchè notte e giorno mai dobbiate lasciarvi? Se questo desiderate voglio fondervi e plasmarvi in un essere solo e quando vi colga la morte, anche laggiù nell'Ade siate uno, invece di due, in un'unica morte."

Simposio, 192b-193d

Che il mio pensiero e i miei baci possano sempre raggiungerlo e accarezzare il suo volto come una dolce e fresca brezza di prima estate.

Con sincero affetto, tua Saturnia

s

il bacio
“Il bacio di Francesco Hayez riunisce le principali caratteristiche del romanticismo storico italiano, l'assoluta attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento puro, verso l'amore individuale che evolve e si eleva nell’amore per la patria, che si palesa immediatamente attraverso l'enorme sensualità che scaturisce dall'abbraccio e dal bacio passionale dei due amanti, che potrebbero essere identificati nelle figure simbolo del più toccante ed impetuoso romanticismo italiano: Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta o ancora Renzo e Lucia.”




sabato 14 febbraio 2009

"poesiole"

Diversi per forza
Nessuno è perfetto
lo ammetto e lo accetto
chiunque cela in fondo al cuore
problemi grandi o piccoli che portan timore,
come quello di non far parte di un gruppo di coetanei
di essere diversi e di sentirsi estranei,
come quello di non poter vivere l'età che si ha liberamente
perchè le circostanze ti hanno fatto crescere troppo velocemente;
o forse è solo la paura

che qualcuno per proteggerti ti rinchiuda in quattro mura,
magari non lo fa con cattiveria per tenerti costretto
ma così è peggio: una pugnalata in pieno petto!
O forse è solo il terrore permanente
che qualcuno ti dica chi sei esattamente.
Sì, è solo quell'incombente ombra scura che si chiama verità
perchè conosci bene i tuoi limiti e le tue possibilità
ma ti rassegni, non lo dai a vedere
perchè infondo non è di nessuno questo triste volere;
sei così fin da piccolo, lo sei sempre stato
e non cambierai nonostante tu c'abbia provato
e quei morbi
che eri solito chiamare solo disturbi
tutt'a un tratto ti schiacciano senza pietà
ma è solo un momento, poi torna la finta serenità
e convinzione di essere normali
ormai sei abituato a questi tuoi mali;
ti rassegni al tuo destino mero
in cui ogni cosa si tinge inesorabilmente di nero
e ti conforti pensando come ti ha insegnato qualcuno
che solo alla morte non c'è rimedio alcuno.
Saturnia


Le Stagioni

Ognun di noi attraversa quattro stagioni
le quali recano molteplici emozioni:
primavera, estate, autunno, verno sia

tanto in natura quanto in umana via.
La prima altra non è che la giovinezza,
così tanto imprevedibile e intensa,
che insieme alla gloriosa estate si pensa
sia della vita più dolce bellezza.
Come Afrodite Anadiomene preziose,
d'apprendere e di scoprir tanto vogliose,
raggianti come Apollo dio del Sole:
la sol vista tronca in gola le parole.

Ma l'infelice declino inevitabile
giunge lesto con l'autunno inesorabile
e termina nel lugubre umano inverno,
infrangendo ogni progetto e sogno interno.
Così capisci che è vicin l'inferno,
che la vita fluisce inarrestabile
rendendoti debole e sì vuinerabile,
consunto e piegato da un tal mal eterno.
Forza e bellezza con amor e orgoglio
non son altro che un accartocciato foglio
e quando la Morte ti sfiora gentile,
una lacrima solca il volto senile.
Saturnia


Alla Patria

Mia Patria, mia casa, mio cor,
ti vedo così dolente in ginocchio
e profonde lacrime dal tuo occhio
sgorgano calde e impetuose ancor.
Non rinnegare il glorioso passato,
non cancellare quello che è stato;
guarda indietro e volgi lo sguardo fiero

ai posteri, al tuo Sangue austero!
Rialzati mia Italia caduta
e domina il mondo come ben sai,
rialzati mia Patria venduta!
Raccogli l'immense forze che hai,
ruggisci somma padrona assoluta
chè nel mio cor non morrai mai!
Saturnia


Padre

Admira il tuo capolavoro mastro
e ridi alle difficoltà petrose
chè la freschezza delle tenre rose
ti disseterà per l'eternitade
immune al tempo e al tenebroso Ade.
Lauda il Santissimo e gli Angeli sui
che saranno anche nei momenti più bui
invidiosi de'la luce del tuo astro.
Saturnia

giovedì 12 febbraio 2009

"Puellam mihi Camena insece volubilem"

«Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam, fato profugus, laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi Superum saevae memorem Iunonis ob iram; multa quoque et bello passus, dum conderet urbem, inferretque Deos Latio, genus unde latinum, Albinaque patres, atque altae moenia Romae. Musa, mihi causas memora, quo numine laeso, quidve dolens, regina deum tot volvere casus insignem pietare virum, tot adire labores impulerit.Tantaene animis caelestibus irae?»
Parimenti, o dive delle arti incantatrici, concedetemi di calare degnamente su queste pagine il mio pugno tremante, povero araldo e schiavo delle turbinose emozioni e degli imperscrutabili sentimenti contrastanti che qui cristallizzati per l'eternità troveranno finalmente la lor agognata quiete.

Musae




martedì 10 febbraio 2009

Ehilà belli e belle benvenuti in questo blog!!! Per il momento è ancora spoglio e angusto ma col tempo spero di trasformarlo in un angoletto caldo e accoglente, nello specchio della mia anima e delle mie emozioni così spesso antitetiche ed indecifrabili... Inutile precisare che i vostri commentucci saranno di vitale importanza... Belli e brutti li accetto tutti, promesso!!!
Un grosso grosso bacio :):):)
Vostra Saturnia

benvenuti




 
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