martedì 24 febbraio 2009

Diritto Costituzionale

9.15 Ultima fila, ultimo posto all'estrema destra dell'unico gruppo centrale di forse poco più di 50 sedute, il più lontano possibile da occhi indiscreti; l'aria è satura, la tensione palpabile, rotta solo dal vocio di sottofondo degli esaminandi che ripetono meccanicamente passandosi le mani tremanti fra i capelli o mordendosi le dita: chiari sintomi di un'ansia crescente. Un ragazzo prende posto davanti a me, poi si gira e un po' impacciato mi chiede: "Diritto Costituzionale 1?" Ora sono io in imbarazzo e accennando un sorriso di circostanza rispondo: "No, sono qui solo per assistere".
9.37 Un uomo giovane in giacca e cravatta varca la soglia, di colpo cala un silenzio di tomba; comincia l'appello e ai primi nomi non corrisponde alcun volto. Sono gli ultimi minuti, dopodichè l'esame. Mi guardo un po' intorno, mi soffermo sui loro gesti, sugli sguardi e le espressioni per cercare di catturare le loro emozioni, per cercare di comprendere il loro stato d'animo; vagando l'occhio cade sui testi, alcuni aperti, altri invece chiusi e poggiati sull'orlo del banco, "Diritto Costituzionale", "La Costituzione esplicata", "Manuale di Diritto Costituzionale", tomi infiniti, veri e propri mattoni sintesi di tutta la cultura giuridica e costituzionale.
9.53 Entra quello che a me sembra essere il professore, una persona simpatica ed affabile a primo impatto; assurdamente anche le mie palpitazioni aumentano e le ginocchia cominciano a tremare.
10.00 Le dieci in punto. Comincia l'esame per 2 ragazzi e 1 ragazza. Dal mio posto non riesco a sentire nulla, vedo solo le bocche degli assistenti articolarsi in parole mute, per il resto rimango sola con le mie domande. Avevo sperato di poter capire, di poter diradare le tenebre del dubbio e della non conoscenza, di poter mettere ordine in questo accumulo scomposto di idee vaghe e congetture.
10.10 L'esame è terminato, le espressioni dei 3 imperscrutabili, tanto sudore per 10 minuti.
Capisco che rimanere è inutile; ho la netta sensazione che la mia presenza, la mia curiosità inopportuna che scruta e studia la tensione di questi giovani li offenda ed io non ho conseguito il mio scopo. Sarà per un'altra volta e quella volta assisterò ad una vera lezione, per essere introdotta agli affascinanti ed atavici meandri del diritto.
10.17 Chiudo il quaderno, prendo le mie cose ed esco augurando in cuor mio a tutti buona fortuna.

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